ARNOLD SCHÖNBERG
Due Lieder, op. 14
per soprano e pianoforte
ICH DARF NICHT DANKEND
Ich darf nicht dankend
an dir niedersinken.
Du bist vom Geist
der Flur, aus der wir stiegen:
will sich mein Trost
an deine Wehmut schmiegen,
so wird sie zucken,
um ihm abzuwinken.
Verharrst du bei dem quälenden Beschlüsse,
nie deines Leides Nähe zugestehen,
und nur mit ihm
und mir dich zu ergehen
am eisigkalten tiefentschlafnen Flusse?
IO NON POSSO RINGRAZIANDO
Io non posso ringraziando
lasciarmi cadere presso di te.
Tu sei parte dello spirito
della campagna, dal quale scendemmo:
la mia consolazione vuole
stringersi alla tua malinconia,
così la scuoterà, per fare
poi cenno di no alla mia consolazione.
Tu persisti nel fine tormentoso
di mai confessare la vicinanza del tuo dolore,
e di palesarti solo
ad esso e a me
sul fiume glaciale, profondamente defunto?
IN DIESEN WINTERTAGEN
In diesen Wintertagen,
nun sich das Licht verhüllt,
lass uns im Herzen tragen,
einander traulich sagen,
was uns mit innerm Licht erfüllt.
Was wilde Glut entzündet,
soll brennen fort und fort,
was Seelen zart verbindet
und Geisterbrücken gründet
sei unser Losungswort.
Das Rad der Zeit mag rollen,
wir greifen kaum hinein.
Dem Schein der Welt verschollen
auf unserm Eiland wollen wir Tag und Nacht
der seligen Liebe weih’n.
IN QUESTI GIORNI D’INVERNO
In questi giorni d’inverno, ora che la luce si cela,
lasciaci portare nel cuore,
intimamente dire l’un l’altro
ciò che ci riempie di luce interiore.
Ciò che l’ardore selvaggio accende
deve, continuamente, bruciare,
ciò che unisce teneramente le anime
e getta ponti agli spiriti
sia la nostra parola d’ordine.
La ruota del tempo può girare,
noi difficilmente l’afferriamo.
Alla scomparsa luce del mondo
dalla nostra isola,
giorno e notte vogliamo
benedire l’amore beato.