Ritratto di Laura da Pola, 1543 - 1544

Lorenzo Lotto - Olio su tela - cm 90 × 75

Dei quattro ritratti di Lorenzo Lotto esposti a Brera, quelli effigianti Laura da Pola, suo marito Febo da Brescia e il cosiddetto Liberale da Pinedel, provengono dalla collezione torinese del conte Castellane Harrach: messi in vendita nel 1859, furono acquistati per conto della Pinacoteca da Francesco Hayez, nel timore che venissero acquistati per la National Gallery di Londra; nel 1860, il costo dell’operazione fu restituito a Brera da re Vittorio Emanuele II. Il ritratto di Laura da Pola appartiene alla tarda maturità di Lotto e la sua esecuzione è documentata: nel 1543 l’artista registrava nel proprio Libro di spese l’incarico avuto a Treviso “per dui quadri de retrati grandi de naturale meze figure” e, nel marzo del 1544, si lamentava del pagamento ricevuto da Febo da Brescia, fatto che induce a credere che il lavoro fosse a quella data ormai concluso. Il dipinto è considerato tra i vertici della produzione di Lotto, che fu capace qui di dar forma pittorica ai numerosi messaggi che la committente intendeva trasmettere attraverso il proprio ritratto: quest’ultima, moglie di uno dei personaggi più in vista di Treviso, appare in atteggiamento dimesso, appoggiata a un mobile della camera da letto. Tuttavia, nonostante la familiarità dell’ambientazione, essa posa con un abito di foggia ricercatissima ed esibisce oggetti di lusso quali il ventaglio di piume con catenella d’oro e gli anelli preziosi, elementi che permettevano ai contemporanei di riconoscerla immediatamente come membro delle più alte gerarchie cittadine. Dato che all’epoca non era concesso alle ragazze nubili di apparire in pubblico, il ritratto va interpretato anche come celebrazione della condizione di donna sposata di Laura, autorizzata a esibire se stessa e il proprio rango grazie al buon matrimonio che aveva contratto.

Ritratto di Laura da Pola
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