La città che sale, 1910

Umberto Boccioni - Pittura a tempera su carta - cm 36 × 60

Dopo un periodo trascorso a Roma, l’artista decise di trasferirsi a Parigi nel 1906, spinto dall’indigenza e deluso dal clima artistico della capitale dove i fermenti e le novità che si agitavano in Europa non trovavano alcuna risonanza; avviò così un periodo di spostamenti che inclusero un soggiorno in Russia e si conclusero con il trasferimento a Milano, dove si stabilì attratto dal nuovo spirito tecnologico che animava la città e dove conobbe i fondatori del movimento futurista, firmatari del primo Manifesto già nel 1909. Aderì prontamente al movimento, di cui divenne forse il maggior interprete e teorico.

L’opera che per prima rappresenta appieno lo spirito futurista è tuttavia La città che sale, iniziata nel 1910 e terminata nel 1911, di cui si conservano numerosi studi: il dipinto è incentrato sul motivo del cavallo, simbolo del progresso, che qui appare replicato più volte e su piani diversi, secondo la tecnica dell’immagine multipla, sullo sfondo di un paesaggio di periferia; un motivo, quest’ultimo, carissimo all’artista ben prima della adesione al Futurismo.

La città che sale
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