Disputa di Santo Stefano nel Sinedrio, 1514

Vittore Carpaccio - Olio su tela - cm 147 × 172

La tela faceva parte di un ciclo narrativo raffigurante le Storie di santo Stefano eseguito per la sede veneziana dell’omonima confraternita e disperso nel 1806 in seguito alle soppressioni napoleoniche. La confraternita, detta anche Scuola, riuniva i lavoratori della Lana presenti in città e occupava in un primo tempo, per le riunioni e la celebrazione del culto, la sacrestia della chiesa di Santo Stefano. Nel 1476 la Scuola aveva ottenuto dai frati del vicino convento il permesso di costruire una cappella autonoma e, a partire dal 1506, quello di poterla arredare liberamente. Per questi ambienti Carpaccio allestì, tra il 1510 e il 1520, l’apparato decorativo cui apparteneva la tela braidense. Il tema prescelto sollecitò la vena narrativa del pittore, alle prese qui con un’ambientazione esotica che gli permetteva di lasciare libera la fantasia e di immaginare stravaganti costruzioni architettoniche – anche se vi sono echi di edifici esistenti, quali il monumento equestre al Colleoni di Verrocchio – e insoliti abbigliamenti all’orientale. D’altro canto, un solido realismo caratterizza la resa dei personaggi del pubblico in primo piano, dove solo tre dottori in turbante si mescolano al folto gruppo di ritratti dei membri della confraternita. L’impianto compositivo e prospettico è rigoroso, come testimonia la costruzione del portico in primo piano e la resa in scorcio dei volumi appoggiati agli scalini.

Disputa di Santo Stefano nel Sinedrio
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